Uccellanda di notevoli dimensioni, risalente all'incirca al 1936-38, costruita in un'area da sempre caratterizzata da un notevole passaggio di migratori. La bressana iniziale venne trasformata in un roccolo dopo il 1964, quando l'impianto fu acquistato da Carlo Banditi, commerciante di uccelli ("oselin"). Il nuovo proprietario adattò l'appostamento inserendo nello spiazzo interno cinque pali che sostenevano altrettanti spauracchi e aggiunse un sistema di passate a completamento dell'impianto. L'attività di cattura si è protratta sino alla proibizione dell'aucupio. Le reti erano a tramaglio, con due armature esterne e la tela interna (le maglie di quest'ultima erano diverse, a seconda che si trattasse del roccolo o delle passate: 22 mm per il primo, 28 mm per le seconde). Siepi e filari sono di carpino, a cui si aggiungevano ciliegi, noci e pioppi usati come posatoi. Il roccolo nel corso della stagione di caccia vedeva la presenza continua di un addetto che viveva nell'impianto.