Le Cipree del Museo di storia naturale di Pordenone

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Le Cipree del Museo di storia naturale di Pordenone

Le conchiglie delle Cipree sono così lisce e lucide da sembrare porcellana. Per la loro preziosità erano usate nei secoli passati come ornamento e moneta di scambio. Gli esemplari del Museo di Storia Naturale di Pordenone compongono un catalogo assai ricco per caratteristiche e bellezza.

Le conchiglie catalogate fanno parte della corposa collezione malacologica del Museo e sono esposte nella sala Invertebrati al primo piano. Sono state scelte per documentare una particolare famiglia di molluschi marini gasteropodi, le Cipreidi (Famiglia Cypraeidae) che conta oltre duecento specie viventi, distribuite soprattutto nei mari tropicali, ma presenti anche in quelli italiani (come dimostrano alcuni esemplari della collezione pordenonense).

La “Collezione Malacologica Generale” ha avuto origine da acquisti presso rivenditori specializzati, da donazioni e dalla raccolta diretta. Una parte corposa è costituita dalla “Collezione Padri Comboniani”, donata al Museo nel 1985, con circa 300 conchiglie raccolte in Italia o provenienti da paesi esotici dove i Padri gestivano diverse missioni con finalità educative. I Comboniani avevano messo insieme la collezione per fini didattici a metà del Novecento; la donarono al museo quando la loro sede si trasferì da Pordenone.
Infine alcune conchiglie sono parte della “Collezione Elver Degan Bianchet”: circa un centinaio e perlopiù dai mari tropicali.
Nella collezione Bianchet sono compresi anche minerali, oggetti tecnologici e fotografie naturalistiche.

Le Cipreidi 

Le Cipreidi sono una famiglia di molluschi che generalmente hanno una dieta mista di alghe e altri organismi bentonici, ma esistono anche specie prettamente predatrici che si nutrono di spugne, coralli e altri molluschi. Di giorno questi animali si rifugiano in anfratti rocciosi, da cui escono la notte per procurarsi il cibo; il loro habitat è preferibilmente la costa rocciosa o la barriera corallina, in cui trovano nutrimento e rifugio; qualche specie può anche saltuariamente frequentare zone sabbiose o fangose. Sono in prevalenza organismi che prediligono acque non troppo profonde, fino a 20 metri, ma anche in questo caso fanno eccezione alcune specie raggiungendo centinaia di metri di profondità.
Il mantello, una struttura epiteliale, fuoriesce da entrambi i lati della conchiglia, ricoprendola, e può presentare una serie di escrescenze che hanno funzione di mimetismo criptico, nascondendo l’animale alla vista dei predatori; in caso di necessità però il mollusco può ritirare improvvisamente il mantello scoprendo i colori brillanti della conchiglia per disorientare l’eventuale aggressore.
Le conchiglie delle Cipree, di cui si contano circa duecento tipi, sono tra le più apprezzate dai collezionisti per la grande varietà di colori e la loro lucentezza; presentano solitamente una forma ovoidale o piriforme. Alcune specie sono di forma cilindrica o quasi sferica.
Le dimensioni sono variabili, da meno di un centimetro fino quasi a venti centimetri.

Fin dall’antichità l’uomo ha utilizzato queste conchiglie come moneta o come ornamento e i mercanti veneziani, colpiti dalla finezza delle terrecotte cinesi, utilizzarono per esse il nome “porcellana”, che era lo stesso con il quale veniva indicata la Luria lurida, una Ciprea presente in Adriatico.
Essendo ricercate dai collezionisti, molti Paesi hanno adottato misure di protezione delle specie e limitazioni nelle esportazioni: anche le specie che sono presenti nei mari italiani, la Luria lurida e la Zonaria pyrum, sono inserite nelle Convenzioni di Berna e di Barcellona e sono quindi protette.

Al Museo si possono ammirare esemplari di grandi dimensioni quali la Ciprea tigre (Cypraea tigris) usata nella fabbricazione di bottoni e di camei, la Ciprea cervo (Macrocypraea cervus), la Ciprea tartaruga (Chelycypraea testudinaria) e la Ciprea dorata (allistocypraea aurantium) piuttosto rara, che in passato nelle isole Figi, con il nome di “bulikula”, veniva indossata appesa al collo dai capi come simbolo di elevato status sociale.
Sono presenti anche alcune delle specie più piccole come la Ciprea di Goodall (Bistolida goodalli) e la Ciprea dai denti minuscoli (Purpuradusta microdon) che misura meno di un centimetro di lunghezza.

La Ciprea moneta (Monetaria moneta) e la Ciprea inanellata (Monetaria annulus) erano usate in tempi passati come moneta da molte popolazioni di Africa, Asia e delle Isole del Pacifico e vennero introdotte anche tra i nativi americani dai coloni europei, che le barattavano in cambio di prodotti come le pellicce.
Esemplari di queste conchiglie sono stati anche ritrovati negli scavi archeologici compiuti negli anni 1845 – 1851 da sir Austen Henry Layard nella città assira di Nimrud.
Nella collezione si trovano anche specie dedicate a importanti personaggi della scienza, sia studiosi di conchiglie che di altre materie scientifiche: la Ciprea degli Schilder (Lyncina schilderorum) nominata in onore dei coniugi Franz e Maria Schilder, importanti studiosi di questa famiglia di molluschi, la Ciprea di Lamarck (Naria lamarckii) in onore del famoso naturalista francese e la Ciprea di Lister (Melicerona listeri) in onore del chirurgo inglese Joseph Lister, pioniere della lotta alle infezioni operatorie.