Fiori in Villa. Dipinti e disegni dei Musei Provinciali di

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Fiori in Villa. Dipinti e disegni dei Musei Provinciali di Gorizia

Le schede di tutte le opere esposte nella piccola preziosa mostra di disegni e dipinti dei Musei Provinciali ERPAC di Gorizia, allestita a Villa Manin e curata dal conservatore della Pinacoteca di Palazzo Attems Petzenstein, Alessandro Quinzi, possono essere consultate nel Catalogo regionale.

 
Un percorso tra le opere

Il percorso, idealmente suddivisibile in due sezioni, si apre con il Ritratto di Ignazio Furlani, capolavoro tardo di Giuseppe Tominz (1790–1866), affiancato dal Ritratto di bambina del suo allievo Giacomo Giuseppe Battig (1820–1852), da un ritratto muliebre di Domenico Acquaroli (1817–1880), che nel taglio compositivo ricalca i ritratti femminili tominziani, e da un inedito disegno ornamentale firmato da un giovanissimo Francesco Malacrea (1812–1886). La seconda metà del secolo vede l’ammiccante Oziosa di Antonio Rotta (1828–1893) alla quale è contrapposto il Ritratto di Giovanni Nepomuceno Favetti detto il Mago di Annibale Strata (1828–1894), che nel mazzolino tricolore appuntato sul bavero della giacca dichiara apertamente il proprio irredentismo.

Un interesse prettamente scientifico verso il tema dei fiori è documentato invece da due disegni e due acquerelli, opera di artisti amatoriali attivi ai primi dell’Ottocento e ai primi del Novecento. Gli anni Trenta del secolo scorso sono dominati dall’imponente dittico di Riccardo Moritz (1902–?) che ritrae la famiglia di Ranieri Mario Cossar, già direttore dei Musei Provinciali, ai quali si affiancano una Primula, un delicato ritratto di fanciulla di Franco Orlando (1893–1983) e una Natura morta di Sante Lucas (1898–1980) di una calibrata nitidezza formale.

Questo dipinto introduce anche la seconda parte del percorso dove i fiori non sono più legati alla figura umana, ma diventano pretesto sufficiente per fare pittura, in un graduale passaggio dalla forma al segno. Apre la “sezione” una Natura morta di Attilio Fonda (1880–1940) nei toni blu, violetto e lilla, si prosegue poi con la Natura morta con pianta e brocca di Augusto Černigoj (1898–1985) memore della lezione cubista, con le rarefatte Mimose del veneziano Renato Borsato (1927–2013) e con la Composizione floreale di Olivia Bregant (1914–2006) resa con una pennellata corposa. Chiudono il percorso due composizioni floreali calde e vibranti a firma di Gilda Nadia Goldschmied (1894–1971).