Scopri gli spazi Erpac: la Galleria Spazzapan

17 Novembre 2022

Scopri gli spazi Erpac: la Galleria Spazzapan

 

Inaugurata nel 1977 nel palazzo Torriani, attuale sede del Municipio di Gradisca d’Isonzo, la Galleria Regionale d’Arte Contemporanea Luigi Spazzapan di recente è passata sotto la gestione dell’ERPAC.

 

La galleria conserva la più importante raccolta delle opere di Luigi Spazzapan (Gradisca d’Isonzo 1889 – Torino 1958), il “raffinato e diabolico” pittore che fu un indiscusso protagonista della pittura d’avanguardia del Novecento italiano.

 

Provenienti dalla collezione di Eugenio Giletti, collezionista torinese e grande amico di Spazzapan, le ottantasette opere del pittore sono esposte a rotazione nelle sale del primo piano offrendo al visitatore una suggestiva sintesi della carriera dell’artista, documentata in tutte le sue fasi, dalla fine degli anni Trenta al 1958.

 

Inaugurata il 15 gennaio 1977 nello storico palazzo Torriani, la Galleria Regionale d’Arte Contemporanea Luigi Spazzapan fu preceduta da più di un decennio di intensa attività espositiva svoltasi sotto la guida di Bruno Patuna nelle sale dell’Enoteca Serenissima, nella sala civica Bergamas e nella scuola Dante Alighieri.

 

L’evento più importante si svolse nel 1970, quando fu organizzata la prima grande mostra dell’opera di Luigi Spazzapan curata da Giuseppe Marchiori, il critico e scrittore d’arte che negli anni era divenuto assiduo frequentatore di Gradisca.

 

Si realizzò così nel 1977 il sogno di Bruno Patuna: trasformare l’esperienza espositiva di un decennio in un’istituzione permanente per l’arte contemporanea, un progetto culturale d’ampio respiro che sanciva il felice incontro di collezionisti, critici, artisti e rappresentanti istituzionali.

 

Ma la vera forza dell’iniziativa consisteva nella volontà di unire una figura ormai “storica” come Spazzapan all’arte contemporanea del Friuli Venezia Giulia, che si intendeva seguire da vicino in vista della formazione di un archivio degli autori che avrebbe potuto svolgere per la prima volta un ruolo di cerniera tra due realtà, quella friulana e quella giuliana, fino a quel momento sostanzialmente divise.

 

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