SITO PLURISTRATIFICATO, cultura dei castellieri friulani

Oggetto
SITO PLURISTRATIFICATO - castelliere
Localizzazione
Lestizza (UD) Galleriano
Cronologia
secc. XVI-VIII a.C.
Ambito Culturale
cultura dei castellieri friulani
Indagini di scavo
Università degli Studi di Udine - 2003/06/16-2003/06/27
Università degli Studi di Udine - 2007/08/20-2007/09/12
Università degli Studi di Udine - 2013/07/00
Codice scheda
SI_706

Il castelliere di Galleriano è cinto da un terrapieno di forma romboidale con vertici orientati secondo i punti cardinali. All'esterno lungo i lati nord-ovest e nord-est è circondato da due carrarecce, la seconda delle quali giunge fino al vertice meridionale dell’aggere. Sempre a ridosso del lato nord-est è presente un fossatello e un ulteriore scolo separato da una striscia di terreno. Lungo il lato sud-ovest si nota infine un avvallamento, forse traccia di un antico accesso. L'ingresso al pianoro è garantito da tre entrate dislocate in corrispondenza dei vertici nord, est e sud. La superficie interna, occupata da campi, si trova allo stesso livello del piano di campagna esterno ad eccezione di un rialzo addossato al lato nord-occidentale, sopraelevato di circa un metro. Questa striscia di terreno larga circa 16 metri si estende per quasi tutta la lunghezza di questo tratto di cinta e si prolunga all'esterno di essa per una ventina di metri. Il riporto di terra effettuato in epoca romana e post romana è noto con il toponimo di “Campo Romano”. In quest'area e in corrispondenza del vertice settentrionale sono state compiute le indagini dell'Università degli Studi di Udine. All'angolo nord della cinta, nel punto in cui si apre l'accesso settentrionale, la sequenza stratigrafica della sezione del terrapieno, ottenuta rettificando l'attuale fronte del lato nord-orientale, è costituita dal basso verso l'alto da un nucleo in ferretto sopraelevato e ampliato grazie all'apporto di falde di ghiaia, il cui scivolamento è stato frenato sul versante esterno da fermi lignei posizionati all'occorrenza. Il versante interno, indagato non in maniera esaustiva, presenta discontinuità, presumibilmente connesse ad opere di rifacimento/potenziamento. Sulla sommità della struttura sono stati riconosciuti resti riconducibili a cassoni lignei riempiti da ghiaie e ferretto ivi gettati a falde alterne. L'originario fronte dell'aggere, del quale si conserva solo una modesta porzione separata dal resto della cinta dall'escavo di un fossato moderno, era rivolto a nord-ovest e aveva profilo angolato con margine sagomato a semicerchi accostati. Aveva invece profilo concavo il fronte opposto. Esso chiudeva il tratto della cinta collocata a nord-ovest che in questa zona piegava verso oriente con un angolo stondato. Nello spazio che intercorre tra le due estremità della cinta, a circa 40 cm di distanza dal fronte del lato nord-est, è stata registrata la presenza di un rialzo troncato di forma grossomodo ellittica in ferretto (5,80x7 m ca.) a monte e a valle del quale sono state individuate numerose buche di palo disposte ordinatamente. Nell'area sono stati rintracciati anche due fossati, uno interno largo 0.9 m, e uno esterno ampio 15,5 m ca. Lo scavo aperto sul rialzo del Campo Romano ha riportato alla luce le tracce di un edificio a pianta rettangolare di grandi dimensioni (la porzione scavata misura circa 10,60x3,50 m) con struttura portante in legno, muri realizzati in tecnica mista (massiccio muro in pisé poggiante su zoccolo in argilla su cui erano alloggiato un codolo in ciottoli e parete in graticcio), tetto a doppio spiovente asimmetrico e tettoia esterna.

Il sito di Galleriano fu sede a partire dal Bronzo Medio e fino alla prima età del ferro di un villaggio fortificato. Contrariamente da quel che si è riscontrato nei vicini castellieri di Sedegliano e Savalons dove gli scavi hanno individuato un primo modesto terrapieno in argilla limosa o in limo, a Las Rives il primo aggere, edificato nel Bronzo Medio, è costituito da un nucleo di ferretto e da falde di ghiaie in copertura. Contemporanea alla prima fase di vita del castelliere è la realizzazione dell'ingegnosa struttura d'accesso. Essa era formata da una palizzata che delimitava uno stretto corridoio attraverso il quale si giungeva nello spazio antistante le due estremità del terrapieno. Chi entrava era costretto a seguire la stretta curva disegnata dal fronte concavo del lato nord-occidentale della cinta e dal rialzo ellissoidale. Una seconda palizzata limitava infine l'accesso diretto al villaggio. A poca distanza dall'ingresso, in fase con il primo potenziamento dell'aggere, avvenuto verosimilmente nel Bronzo Medio-Recente, è stato costruito il grande edificio il cui ultimo periodo di occupazione è datato ad un momento tardo del Bronzo Recente. La mancanza allo stato attuale del rinvenimento di strutture tipicamente legate ad ambito domestico (focolari, pozzi...) e la scarsa presenza di ceramica fanno supporre che la destinazione d'uso della capanna possa essere diversa da quella di tipo abitativo. Dismesso l'edificio, obliterato l'accesso con apporti di ghiaie in modo tale da congiungerne le due estremità, il terrapieno subì un secondo potenziato e lo scavo esterno di un largo e profondo fossato. In epoca romana a ridosso del lato nord-occidentale doveva trovarsi una villa di notevoli dimensioni. Non è chiaro l'utilizzo che i suoi occupanti fecero del piano interno del castelliere.

BIBLIOGRAFIA

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