Mia madre, dipinto, Passauro Edmondo, XX

Oggetto
dipinto
Soggetto
ritratto di donna
Autore
Passauro Edmondo (1893/ 1969)
Cronologia
1920 - 1930
Misure
cm - altezza 48.5, larghezza 44.5
Codice scheda
OA_125388
Collocazione
Trieste (TS)
Sede del Dipartimento studi umanistici
smaTs. Archivio degli scrittori e della cultura regionale. Legato de Ferra
Iscrizioni

La madre dell'artista è ritratta a mezzo busto con il volto rivolto verso destra.

Il dipinto è giunto nell’attuale collocazione grazie a un legato di Giampaolo de Ferra, professore Emerito e Rettore dell’Università triestina dal 1972 al 1981. Tramite la donazione, perfezionata nel 2016, sono stati donati all’Ateneo, insieme alla tela di Edmondo Passauro, altri cinque dipinti di importanti artisti triestini.
Risale con ogni probabilità alla prima metà degli anni dieci questo ritratto della madre di Edmondo Passauro: un’opera giovanile quindi, forse una delle sue prime tele a olio, visto che la storiografia ci racconta che esordì con le prime grafiche a 17 anni, agli albori del nuovo secolo, dopo una prima formazione a fianco di Bruno Croatto; pittore ossessionato dal realismo e brillante incisore. In seguito, come molti suoi coetanei cittadini, Passauro frequentò l’Accademia di Monaco per poi perfezionarsi a partire dal 1913 a Parigi nella tecnica dell’acquaforte e nella pittura. Si data 1920 la sua prima mostra personale al salone Michelazzi di Trieste, che lo rivela artista promettente.
A Trieste diresse fino al 1930 una scuola di pittura, frequentata anche da Leonor Fini, di cui viene considerato il primo maestro. In quell’anno lasciò Trieste e si stabilì in Belgio, a Bruxelles, dove ottenne un successo clamoroso, e dopo parentesi a Milano, a Bergamo e in Germania, tornò definitivamente nella capitale belga a partire dal 1948, dove divenne pittore alla moda specializzandosi soprattutto nella ritrattistica.
Nell’opera in esame ritrae la madre di tre quarti e leggermente dal sotto in su, la pennellata appare ancora a tratti incerta e la tavolozza poco propensa a cromie squillanti, il colore viene usato quasi con parsimonia, giocando sui toni del marrone e del rosso cupo, mentre il segno, pur preciso, mostra ancora inesperienza.
Resta comunque sottesa quella vena intimista, dal tono colloquiale, che troverà nuova linfa nella fase tarda dell’attività dell’artista.

BIBLIOGRAFIA

De Grassi, Massimo, Schede, in "Ricorda e Splendi". Catalogo delle opere d'arte dell'Università degli Studi di Trieste, Trieste 2024