verso, in alto verso sinistra: DESTINAZIONE PROVVISORIA
verso, in alto: cm 33 x 50
verso, in alto verso sinistra: 2007
verso, in alto: NL -07
verso, in basso verso destra in obliquo: Msedmach / 2007
verso, a sinistra nell'altro verso di lettura: MANUELA SEDMACH - TRIESTE
verso, su un'etichetta posta sul telaio in parte nascosta dalla tela: [si leggono parzialmente i dati tecnici relativi all'opera]
Opera monocromatica sui toni del grigio con una fascia scura in basso, una chiara in alto e una luce centrale, che rappresenta un paesaggio indefinito avvolto nella nebbia.
"Destinazione provvisoria" è un'opera realizzata da Manuela Sedmach ad acrilico su tela, una tecnica utilizzata dall'artista per ottenere effetti di trasparenza e sovrapposizione, accentuando la profondità e la complessità della raffigurazione.
Il titolo evoca l'idea di un percorso in continuo cambiamento, dove la meta non è fissa ma in costante evoluzione. Un concetto che si riflette nella composizione dell'opera, dove le forme sembrano emergere e dissolversi, simboleggiando la natura effimera della vita e delle esperienze umane.
Nelle sue tele l’artista triestina spesso delinea paesaggi indefiniti avvolti nella nebbia e riesce a creare mondi e pensieri con pochi segni e pochi colori, cercando una dimensione di libertà al di fuori dall’omologazione.
La Sedmach inizia ad esporre negli anni Settanta dopo aver frequentato l’Istituto Statale d’arte di Trieste “E. Nordio”, l’attività più intensa parte dagli anni Ottanta e prosegue tutt'oggi. Le sue opere si trovano in importanti collezioni private e pubbliche.
La tela è stata esposta alla mostra “1924-2024. Un secolo di storia dell’Università degli Studi di Trieste. Immagini e documenti”, allestita al Bastione Fiorito del Castello di San Giusto di Trieste (2024) ed è entrata nelle collezioni museali dell'Ateneo triestino in occasione del Centenario dell'Università grazie alla donazione dell'autrice. Sempre nell'ambito di queste celebrazioni, nel 2024 è stata realizzata l'esposizione “Manuela Sedmach. Al di sotto della sostanza cromatica, nell’intercapedine della pittura” al Dipartimento di Studi Umanistici in via del Lazzaretto Vecchio.