Dipinti di artisti triestini nel Lascito Fonda Savio all’Ateneo di Trieste
Il Lascito Fonda Savio comprende un consistente nucleo di opere che offre un’interessante selezione di dipinti realizzati da artisti triestini, contribuendo efficacemente a raccontare la storia della tradizione pittorica locale.
Antonio Rosé, figlio di Giovanni Luigi Rosé (1806-1884), noto autore di una ricca serie di nature morte, socio attivo del Circolo Artistico Triestino, espone frequentemente a Trieste. Qui si conserva un’opera che rappresenta i due castelli di Duino, Castel Vecchio e Castel Nuovo, costruiti su due promontori scoscesi che si affacciano sul mare.
Una scena di genere che ritrae ragazzi in abiti da mandriani intenti a giocare a bocce fuori da una locanda è opera di Giuseppe Rieger, specializzato in traduzioni litografiche, dimostra un approccio versatile capace di affrontare soggetti e temi molto diversi.
Il ritratto, datato 1936, raffigura Antonio Fonda Savio, dirigente della ditta Veneziani, in abito grigio con uno sguardo pensieroso e rivolto altrove, che conferisce un tono solenne ma distaccato. Quest’opera appartiene alla piena maturità di Giannino Marchig, apprezzato pittore di orgini triestine.
L’acquerello Le rive, realizzato probabilmente nei primissimi anni Venti, testimonia un approccio disincantato nella rappresentazione degli scenari cittadini da parte di Enrico Fonda.
Un’opera dedicata ai costumi popolari istriani, ampiamente diffusi anche a Trieste, è attribuita a Giuseppe Bernardino Bison.
Il dipinto I musicanti è realizzato da Raffaele Astolfi, formatosi all'Accademia di Venezia, ma che si trasferisce successivamente a Trieste, dove vive per tutta la vita.
Moltissime altre opere sono parte di questo lascito tra cui si cita ad esempio il nucleo di disegni di Arturo Fittke, per cui si rimanda al percorso dedicato.