Opere di Dino Predonzani del secondo dopoguerra nelle raccolte dell’Ateneo di Trieste
Il percorso di formazione di Dino Predonzani (Capodistria 1914 - Trieste 1994) in campo artistico lo porta prima a Trieste e poi a Venezia. Alla fine degli anni Trenta inizia la sua attività che viene presto interrotta dalla guerra: Predonzani è richiamato alle armi e in seguito all’armistizio viene deportato. La sua prigionia dura venti mesi, durante i quali viene spostato in diversi campi tra Polonia e Germania. Dopo la guerra si stabilisce definitivamente a Trieste, dove si divide tra il lavoro di pittore, decoratore, scenografo e nel campo della grafica. Da sottolineare è anche l’attività didattica, in particolare il suo importante ruolo all’Istituto Statale d’Arte di Trieste.
Il Fondo "Dino Predonzani" dell’Ateneo di Trieste è stato costituito a seguito della donazione proposta all'Università da parte della nipote dell'artista, consta di oltre 500 pezzi tra disegni, schizzi, bozzetti e lavori che documentano tutta la produzione del maestro, dai primi lavori degli anni Trenta fino al momento informale degli anni Sessanta, oltre che di materiali dell’archivio di Predonzani.
L’Ateneo conserva anche un importante dipinto entrato nelle collezioni dopo l’Esposizione del 1953, La cattedrale distrutta, che raffigura in chiave surreale la chiesa di Amburgo dopo il bombardamento avvenuto durante la seconda guerra mondiale.
Altre opere del Fondo Predonzani testimoniano i ricordi e le sensazioni dell’artista rispetto a quel periodo da lui vissuto drammaticamente in prima persona: un disegno legato all'opera a tempera "Prigionieri russi", firmato e datato 1944, realizzato da Predonzani durante la prigionia a Chelmno, un altro che riporta l'indicazione "X B", ossia il campo di prigionia di Sandbostel, un campo di prigionia costruito in territorio tedesco, in un terreno paludoso tra i fiumi Elba e Weser, chiamato XB (campo B nel distretto X - Amburgo)".
Anche il foglio intitolato Il sogno è legato al disegno "da un sogno a Oberlangen", e documenta un altro momento della prigionia.
Anche la piccola tempera del periodo postbellico è legata al momento trascorso a Idria (attuale Slovenia), quando - durante la guerra - Predonzani è un ufficiale addetto al bestiame disperso. Per molto tempo non si libererà dalle immagini di quegli animali e le riverserà in fogli o opere su tela, come dimostra anche, ad esempio, il disegno a inchiostro su carta datato 1946.