La donna nelle cartoline tedesche e austriache della Grande

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La donna nelle cartoline tedesche e austriache della Grande guerra

Nell’iconografia delle cartoline illustrate edite e circolate durante la Prima guerra mondiale – in cui a essere rappresentato è un mondo essenzialmente maschile fatto di soldati, eserciti e scene di battaglia – assume un rilievo del tutto particolare la figura femminile. È larghissimo il ricorso all’immagine muliebre da parte della propaganda che se ne serve per veicolare contenuti e messaggi per supportare lo sforzo bellico. Nell’ampio spettro di raffigurazioni possibili, le cartoline di produzione austriaca e tedesca conservate ai Musei Provinciali di Gorizia consentono di distinguere almeno due modi di rappresentazione: in uno la donna si fa interprete di concetti astratti attraverso le fattezze, l’abito, gli attributi iconografici e il corredo di simboli che l’accompagnano; nell’altro viene rappresentata nei ruoli, tradizionali e nuovi, che incarna o assume nel difficile contesto del conflitto.

Per rendere l’alleanza militare tra Austria e Germania una delle immagini più efficaci e ricorrenti è quella che si affida alla personificazione dei due Paesi. Le nazioni hanno il volto fiero di due giovani donne, incorniciato da lunghe chiome sciolte; in piedi l’una affianco all’altra, sono armate di scudi e di spade e hanno vesti contrassegnate da simboli che le rendono subito riconoscibili: l’aquila araldica a una e a due teste, le corone imperiali, i colori nazionali. Accostate, le due donne figurano anche in scene allegoriche più complesse; una cartolina le mostra in un’atmosfera volutamente mitologica mentre sovraintendono il lavoro dei fabbri di spade: un’efficace metafora dell’impegno di quanti agiscono perché la nazione, dotata delle armi migliori, possa vincere. Nelle cartoline in cui la Germania è la sola protagonista, la si vede con un serto di alloro in mano a garantire la gloria che spetta ai combattenti tedeschi, mentre in altre è ancora lei a incitarli all’assalto. In altri casi, figure femminili non identificabili con l’immagine della patria, si ergono snelle, fasciate da abiti che le rendono simili a colonne, a sostenere emblemi e bandiere.

Sull’altro versante, invece, la donna è protagonista di scene realistiche, perlopiù domestiche, popolate da figure rassicuranti e accudenti, che aspettano a casa con trepidazione e gioiscono per la buona notizia che arriva dal fronte. Le cartoline, sensibili ai mutamenti della società, fanno però anche percepire la rivoluzione in atto nella condizione femminile, mostrando la mobilitazione delle donne nel mondo del lavoro. Il fondamentale compito di sostituire gli uomini mandati al fronte è sottinteso nella cartolina che raffigura due contadine occupate a fascinare il grano insieme a un uomo troppo vecchio per la guerra, durante il raccolto nell’estate del ‘15. Il messaggio invece è esplicito nella cartolina austriaca dove alcune donne sfilano a rappresentare il loro impegno nel momento in cui il Paese le mobilita, non a caso schierando in prima fila proprio le professioni in precedenza appannaggio degli uomini: la medica, la tranviera, la portalettere, la spazzacamino e l’imbianchina, tutte vestite di una divisa che niente concede alla moda.  Il buon umore impresso sui loro volti deve essere un messaggio rassicurante per gli uomini al fronte e per il Paese stesso, e viaggiando la cartolina darà il proprio contributo a diffonderlo. 

Le cartoline raccontano il ruolo attivo delle donne protagoniste nell’assistenza sanitaria e morale del soldato, ma le descrivono anche in quello di vittime, toccando gli aspetti dolorosi della guerra sul fronte interno: una madre legge una lettera del figlio soldato che scrive già da eroe, un’altra lo pensa con accanto il suo ritratto, un’altra attende inutilmente il suo ritorno; una giovane donna vestita a lutto prega sulla tomba di un caduto. Nell’immensa tragedia che si sta consumando, le cartoline fanno circolare immagini di situazioni in cui ci si può riconoscere. La violenza del conflitto si abbatte sui civili di tutte le condizioni sociali, li costringe alla fuga dalla casa bombardata: la donna che scappa spingendo una carrozzina appartiene a un mondo borghese travolto anch’esso dagli eventi. Se la propaganda bellica contro il nemico resta in questi casi in filigrana, altrove è diretta, e la cartolina può mettere in scena tutta la sua brutalità rappresentando la donna aggredita dal soldato straniero nella propria casa accanto alla culla del figlio.