Da Gorizia verso Rubbia e Castelnuovo, tra natura e memoria

04 Gennaio 2024

Da Gorizia verso Rubbia e Castelnuovo, tra natura e memoria

12 itinerario verde sorpresa

Stazione ferroviaria di Gorizia – Giardino di Palazzo Lantieri (Gorizia) – Parco del Castello di Rubbia (Rubbia) – Parco di Villa della Torre Valsassina Hohenlohe (Castelnuovo) – Stazione ferroviaria di Sagrado

 

Mappa Gorizia Sagrado

mappa

 

12 Gorizia Sagrado ALTIMETRIE

altimetrie

 

 

Percorso che presenta un’impegnativa salita nel tratto da Sagrado a Castelnuovo. Si parte da Gorizia, visitando il giardino storico di Palazzo Lantieri e poi si scende verso Savogna e Sagrado.

 

FONDO STRADALE: asfalto, pavé
ANDATA: 20,6 km
RITORNO: in treno

 

Giunti alla stazione di Gorizia, si percorre Corso Italia e, alla rotatoria, si esce alla seconda uscita, per proseguire sulla ciclabile (per i ciclisti meno esperti si consiglia di scendere dalla bici e attraversare a piedi).

Dopo circa mezzo chilometro sulla DX passiamo davanti al Parco della Rimembranza. Percorrendolo si può rivivere la controversa storia del Novecento che in questa città ha vissuto alcune delle sue pagine più difficili.

Dopo 700 m si svolta a DX in via Garibaldi e si raggiunge piazza del Municipio, arrivando dinanzi al Comune di Gorizia. Qui si possono lasciare le biciclette negli appositi stalli e visitare il Giardino di Palazzo Attems Santa Croce (sede del Comune). Oasi di tranquillità in pieno centro, utilizzata anche per spostamenti ciclo-pedonali, l’area verde è arricchita da un percorso didattico che presenta i nomi scientifici delle essenze arboree, spesso esotiche.

Per ulteriori approfondimenti riguardo questi due parchi si rimanda a La verde bellezza. Guida ai parchi e ai giardini storici pubblici del Friuli Venezia Giulia”.

Si riparte in bicicletta e, dando le spalle al Comune, imbocchiamo la strada alla nostra DX (via Mazzini). Giriamo a DX in via Marconi e passiamo davanti al Duomo di Sant’Ilario e Taziano, la cui esistenza risale al XIII secolo.

Si prosegue su via Marconi e si svolta a DX in piazza Cavour. Pochi metri e ci si ritrova nella suggestiva piazza Sant’Antonio, delimitata da un arioso colonnato, che un tempo apparteneva al chiostro di un convento fondato nel XIII secolo. Su di essa si affacciano due fra i più interessanti palazzi della città, il Palazzo dei Conti di Strassoldo, che ora ospita un albergo e Palazzo Lantieri, una delle più prestigiose dimore signorili goriziane. Quest’ultimo ospita al suo interno un giardino “alla persiana”. L’originale impianto planimetrico del giardino è infatti tuttora leggibile, da interpretare secondo i dettami del giardino “alla persiana” o paradaiza, un “paradiso” come spazio delimitato da due muri, che visti dall‘alto formano un obelisco, simbolo di unione tra terra e cielo.

 

Torniamo verso la stazione seguendo il percorso dell’andata (Via Marconi – Via Mazzini – Corso Italia).

Alla rotatoria si può decidere di prendere la seconda uscita e ritornare alla stazione (si raccomanda di attraversare la rotatoria con bici alla mano sulle apposite strisce) oppure la prima uscita proseguendo su via Aquileia. In questo tratto trafficato si raccomanda cautela. Alla successiva rotatoria si prende la seconda uscita e ci si immette nella ciclo-pedonale alla nostra DX che seguiamo per mezzo chilometro.

Tornati su carreggiata pedaliamo e passiamo il centro di Sant’Andrea. Continuiamo dritti su via Grecorcic seguendo le indicazioni per Savogna. Al semaforo, facendo attenzione, manteniamo la SX per attraversare la strada regionale e proseguire dritti.

Sulla DX ritroviamo la pista dove transitiamo per circa 1 km per poi continuare su carreggiata e entrare a Savogna d’Isonzo. Qui, ma anche in altre località di confine, si trovano le indicazioni stradali bilingue (italiano e sloveno), vista la presenza di un’ampia minoranza slovena.

Oltrepassiamo il centro abitato, superando la chiesa di S. Martino e il Municipio, e dopo circa 100 m, in prossimità dell’incrocio, ci spostiamo sulla corsia di SX per seguire le indicazioni per Rubbia. Si raccomanda attenzione in questo tratto.

Passiamo sotto i binari e seguiamo l’andamento della strada che curva a DX percorrendo il ponte sul fiume Vipacco. Qualche metro ancora e sulla SX troviamo l’ingresso al Castello di Rubbia e al suo parco. Distrutto durante la Prima Guerra Mondiale e soffocato dalla vegetazione, questo luogo sarebbe solo un ricordo, se la ferrea volontà dei nuovi proprietari non lo avesse fatto risorgere. Il Castello vanta una posizione invidiabile ai piedi del Monte San Michele, lungo il corso del Vipacco, tra boschi di castagni, olmi e carpini.

 

Usciti dal parco proseguiamo sulla strada da cui siamo arrivati. All’incrocio svoltiamo a SX e continuiamo sulla SP 8 che costeggia l’Isonzo per 4 km, fino a intravede il campanile della chiesa di Poggio Terza Armata. Entriamo nel centro abitato e pedaliamo per circa 300 m, per poi girare a DX in via II Giugno, che curva subito dopo a SX. Pedaliamo per 600 m, attraversando l’incrocio e proseguendo sulla stessa via per altri 400 m. La strada curva a SX e ritorniamo sulla SP 8 muovendoci per altri 1,4 km sino a giungere a Sagrado.

Passiamo davanti alla Rosta e giriamo a DX attraversando il Canale Dottori. Ci si trova in via Garibaldi e, facendo attenzione, allo stop si mantiene la SX, per poter girare più agevolmente in via Dante Alighieri. Superiamo piazza della Vittoria e dopo 200 m giriamo a SX in piazza Mazzini, oltrepassando nuovamente il canale Dottori. Allo stop si mantiene la SX e dopo un centinaio di metri svoltiamo a DX in via dei Pini.

Comincia la salita che conduce a S. Martino del Carso, per 1,5 km si pedala in salita, finché sulla DX troviamo il viale d’ingresso a Villa della Torre Valsassina Hohenlohe e al suo parco. Questo presenta due volti: quello di romantico giardino ottocentesco con vialetti, fontane, disegni botanici e quello di zona di guerra, sede di ammassamento e smistamento delle truppe della Terza Armata il cui passaggio è testimoniato dai graffiti lasciati dai militari all’interno della villa, dai fabbricati usati come ufficio telegrafico, dalle opere contemporanee dedicate a Ungaretti.

 

Per chi volesse fare una deviazione si può continuare la salita per altri 3 km, raggiungendo San Martino del Carso, la località che venne completamente distrutta nel corso della Prima Guerra Mondiale e che è ricordata da Ungaretti nell’omonima poesia. Qui si segnala la presenza del Museo della Grande Guerra ed il Museo all’aperto del Monte S. Michele e S. Martino del Carso.

Usciti da Castelnuovo scendiamo per 650 m e svoltiamo a SX in viale Verdi che percorriamo in discesa per circa 800 m, passiamo sotto i binari e accostiamo. Alla nostra SX c’è un marciapiede che conduce alla stazione di Sagrado. Scendiamo dalla bici percorriamo a piedi viale della Stazione, giungendo a destinazione.

 

Allegati

  • Itinerario GPX (37 KB, gpx)
  • Itinerario KML (9 KB, kml)