Cross the Border a Gorizia

21 Maggio 2018

Cross the Border a Gorizia

 

 

Vedi la galleria di immagini su grazie a Pierluigi Bumbaca.

 

Cross the Border a Gorizia è un progetto di Alternanza scuola lavoro ideato da Archeostorie® e sostenuto dal Servizio catalogazione, formazione e ricerca dell’ERPAC FVG e ospitato nei musei goriziani del Servizio Musei e Archivi storici.

Il 17 maggio nell’ambito del festival #estoria2018 di Gorizia, abbiamo presentato i risultati del progetto presso il Kulturni Dom.

 

Quante storie sono nascoste fra le vetrine di un museo o i resti di un sito archeologico?

Gli strumenti di comunicazione tradizionali – pannelli, didascalie, ricostruzioni virtuali, prodotti multimediali – ci aiutano a ricostruire il passato e a capirlo, ma questo spesso non basta: il passato bisogna raccontarlo. Bisogna ricreare vicende che ci facciano vivere una vera e propria immersione in situazioni e ambienti antichi. Un viaggio nel tempo.

 

Da queste premesse nasce Cross the Border, nella sua veste goriziana, dove ragazzi di scuole diverse lavorano assieme per raccontare il museo della loro città coi loro occhi e i loro linguaggi.


Incontrano professionisti della comunicazione, dello storytelling, del videomaking, della fotografia, della modellazione 3D e della comunicazione digitale. Imparano i segreti della comunicazione ma non solo.


Scoprono che il museo è un grande contenitore di storie, e che ogni singolo oggetto ne può narrare infinite. Scoprono le emozioni, anche forti, che un museo può provocare, così da stimolare alla conoscenza. E scoprono che il museo racconta il passato di tutti noi, e ci fa capire chi siamo e da dove veniamo. Il museo ci aiuta a diventare cittadini veri.

Poi raccontano il museo lavorando in gruppi, e sperimentano così il gioco di squadra, la necessità di gestire tempi e modi del lavoro, di affrontare sfide e difficoltà e superare imprevisti. Imparano a rispettare le scadenze. Così costruiscono il loro sito web, raccontano la loro esperienza nei canali social, e presentano il loro lavoro in pubblico.

Alla fine hanno attraversato molti confini: il confine della diffidenza tra loro, costretti a lavorare assieme; il confine che li teneva lontani dalla soglia del museo; i confini fissati nelle loro menti da idee preconcette, pregiudizi, stereotipi fasulli. Hanno imparato a dialogare col resto del mondo senza limiti di spazio né di tempo. Si sono aperti al mondo.

Non sappiamo cosa riserverà loro il futuro, ma sicuramente vivranno in un mondo dove non comunicare significherà non esistere, e dove le novità si produrranno a ritmo sempre più accelerato. Perciò dovranno saper comunicare bene, e avere una mente così aperta ed elastica da cogliere l’innovazione e cavalcarla.

Vedi i video racconti prodotto dai ragazzi nel sito del progetto: