La verde attrazione. Guida alle architetture del verde: uccellande storiche in Friuli

01 Giugno 2020

La verde attrazione. Guida alle architetture del verde: uccellande storiche in Friuli

Guida a cura di Mabel Englaro – Testi di Maurizio Tondolo

Scenografiche architetture verdi: la nuova vita di roccoli e bressane

“LA VERDE ATTRAZIONE. GUIDA ALLE ARCHITETTURE DEL VERDE: LE UCCELLANDE STORICHE IN FRIULI” racconta delle numerose uccellande storiche che sono ancora conservate in regione. Furono costruite per cacciare i volatili a scopo alimentare e commerciale. Vietata la pratica dal 1992 e quindi tolte le reti e le dotazioni adoperate per la cattura degli uccelli, restano oggi le strutture vegetali. Le possiamo apprezzare sia scorgendole da lontano impreziosire i paesaggi, sia percorrendole, attraversando gallerie e stanze ‘verdi’, affascinanti come architetture, incantevoli come i parchi e i giardini, testimonianze di persone e comunità’, vero patrimonio culturale materiale e immateriale, e fornisce indicazioni corredate da cartine topografiche per raggiungerle a piedi o in mountain bike seguendo facili percorsi nella natura.

Un’economia che cambia

Fino alla metà del secolo scorso nella nostra regione erano in fervente attività migliaia di bressane e roccoli: due tipi di sistemi fissi simili, tuttavia con caratteristiche specifiche, costituiti da un articolato impianto vegetale, dentro il quale erano posizionate le reti, e da altre attrezzature, realizzati con il solo scopo di catturare degli uccelli, che erano ricercati a fini alimentari e commerciali.

Opere d’arte viventi

Ora che non sono più utilizzate per attirare e prendere con reti e vischio i piccoli pennuti, l’esperienza da non mancare è quella di recarsi sul posto, meglio se indossando un comodo abbigliamento da escursione all’aperto, per entrare in un contesto naturale e nel contempo artificiale, che non si trova a portata di mano e che è difficile da descrivere: davvero non assomiglia a nessun giardino, anche se perso l’uso originario, potremmo associarlo a qualche zona dentro un parco storico per la presenza di gallerie vegetali, pergolati e gazebo rivestiti da rampicanti oppure potrebbe ricordare le strutture di un orto curato dai monaci medievali o potrebbe anche essere considerato una vera e propria opera d’arte vivente, che ricorda produzioni artistiche verdi come il Tempio vegetale realizzato nel 2004 da Giuliano Mauri a Villacaccia di Lestizza per l’associazione culturale Colonos.

 Il paesaggio, tra natura e cultura

Nel vissuto di molte comunità le uccellande sono considerate parte integrante della propria storia e del proprio paesaggio, da intendersi come prodotto storico della cultura e del lavoro dell’uomo sulla natura. Di questo paesaggio costituiscono un autentico valore aggiunto, considerando le caratteristiche di unicità di cui sono portatrici, rappresentando e testimoniando il passato della comunità. Si tratta di una conferma esplicita di quanto è contenuto nella Convenzione Europea del Paesaggio, che definisce il paesaggio “una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”. E se le uccellande sono parte del paesaggio, che “definisce l’identità dei luoghi ed è l’elemento costitutivo della stessa identità della comunità”, non di meno va rilevato che, come afferma la Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale della società, sono per la società “eredità culturale”: un insieme di risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione.

(dall’introduzione di Mabel Englaro)

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