Medusa: il potere di uno sguardo

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Medusa: il potere di uno sguardo

“Minerva... mutò i capelli della Gòrgone in ripugnanti serpenti”.
Con queste parole il poeta latino Ovidio agli inizi del I secolo d.C. rievocava l’antichissimo mito greco di Medusa, una delle tre Gorgoni: un tempo bellissima, fu trasformata dalla dea Atena-Minerva in una creatura orribile, con serpenti tra i capelli e zanne da cinghiale, capace di trasformare in pietra chiunque incontrasse il suo sguardo.
Soltanto l’eroe Perseo con uno stratagemma riuscì a ucciderla, decapitandola; la testa recisa di Medusa conservò il suo potere di pietrificare con lo sguardo e Perseo la usò come arma contro i propri nemici.

Nella cultura figurativa antica, l’immagine della testa di Medusa è utilizzata spessissimo come simbolo magico e apotropaico, cioè capace di allontanare il male.
Tra i diversi reperti archeologici con testa di Medusa o con generiche immagini di Gorgoni conservati in Friuli Venezia Giulia, senza dubbio quello più importante dal punto di vista storico-artistico è l’applique in bronzo del Museo civico "Federico De Rocco" di San Vito al Tagliamento (PN), opera di grande raffinatezza databile tra il II e gli inizi del III secolo d.C.  


Per approfondire:

  • G.L. GRASSIGLI, Magica arma (Ov. Met. 5 197). Il volto e il riflesso di Medusa tra letteratura e arti figurative a Roma, in Il gran poema delle passioni e delle meraviglie. Ovidio e il repertorio letterario e figurativo fra antico e riscoperta dell’antico, Atti del Convegno (Padova, 15-17 settembre 2011), a cura di I. COLPO, F. GHEDINI, Antenor. Quaderni 28, Padova  2012, pp. 73-83.