Romeo e Renato Daneo nelle collezioni dell’Università degli Studi di Trieste
Romeo Daneo, pittore autodidatta, è stato una figura di spicco nel panorama artistico triestino della seconda metà del Novecento. La partecipazione a rassegne collettive locali gli apre le porte a esposizioni e avvenimenti di rilievo nazionale nel corso degli anni.
Realizzato per l’Esposizione Nazionale di Pittura Italiana Contemporanea tenutasi all’Università di Trieste nel 1953, lo Spaventacchio n. 2 è uno dei curiosi personaggi d’invenzione concepiti dall'artista.
Grazie alla generosità di Bruno Maier, nelle collezioni dell’Ateneo si conserva anche una litografia di Romeo Daneo, che rappresenta bene la sua produzione artistica degli anni Sessanta e Settanta. In questo periodo, i soggetti delle sue opere perdono progressivamente riconoscibilità, orientandosi sempre più verso una ricerca geometrica e non figurativa.
Renato Daneo, fratello minore di Romeo, anch'egli pittore di rilievo nel panorama astratto e informale triestino, è presente nelle collezioni accademiche con un dipinto. Con l’opera Proiezione di un geode nello spazio, Renato partecipa al concorso per l’acquisizione di opere d’arte per il Centro Internazionale di Fisica Teorica di Trieste. Appassionato di meccanica ed elettrotecnica fin da giovane, Renato Daneo trasforma questo interesse in arte, come si può notare nella costruzione di alcune sue opere, tra cui quella menzionata, che ne è un chiaro esempio.