L’infanzia nelle cartoline di propaganda austriache e

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L’infanzia nelle cartoline di propaganda austriache e tedesche della Prima guerra mondiale

Durante la Prima guerra mondiale, la cartolina illustrata dimostra, a pochi anni dalla sua invenzione e diffusione, di essere un potente veicolo di messaggi scritti e di immagini propagandistiche. E l’infanzia, che nel conflitto fin dall’inizio viene coinvolta, ne diventa da subito protagonista. Attraverso la rappresentazione del mondo dei bambini, mobilitati ovunque e in varie forme per trarre il sostegno che ciascuno di loro era in grado di dare alla propria nazione, non solo la guerra viene raccontata e fatta accettare ai più giovani, ma vengono anche diffusi messaggi rassicuranti per tutti con lo scopo di edulcorare la tragica realtà del conflitto. 

Alcune cartoline di propaganda austriache e tedesche delle collezioni dei Musei Provinciali di Gorizia possono illustrare questi aspetti. I bambini sanno della guerra, vivono in famiglia l’esperienza degli uomini partiti per il fronte e sono da subito consapevoli che molti non torneranno. La guerra li riguarda da vicino e si insinua nei gesti quotidiani: la cartolina che rappresenta il fanciullo mentre si rivolge fiducioso a Dio nella sua preghiera serale per riabbracciare il padre sano e salvo, mostra qual è uno dei doveri di ogni bravo bambino e contribuisce alla retorica di una gioventù virtuosa e senza paura. 

Stravolgendo l’idea dell’infanzia, la guerra assegna ai giovanissimi ruoli nuovi: non solo vittime del conflitto e delle sue brutali conseguenze, ma anche figure attive del momento storico. Li rende, ad esempio, interpreti dell’idea di patriottismo. Bambini festosi che sventolano la bandiera tedesca, austriaca e ungherese allietano i biglietti augurali di buona Pasqua; i loro visi, delicati e sorridenti, e un corredo di simboli legati alla rinascita e alla primavera, fanno da contraltare ai volti severi di sovrani e generali imposti dall’iconografia di guerra. La propaganda del resto si serve dell’immagine infantile anche per veicolare messaggi rassicuranti. In alcune cartoline l’alleanza militare tra Germania, Austria e Impero ottomano è rappresentata dalla silhouette di paffuti bambolotti in uniforme che si danno la mano mentre reggono la bandiera nazionale; neanche troppo celato, l’aspetto bellico si dichiara nelle armi che portano e negli oggetti militari tenuti sottobraccio alla stregua di balocchi. 

La guerra, una volta svanita l’illusione che possa concludersi in un tempo breve, diventa pervasiva e occupa anche gli spazi del gioco; i bambini traggono dal tragico teatro che li circonda, personaggi e ruoli da interpretare, storie da rivivere per finta. Le cartoline li presentano atteggiati da soldato, in marcia, mentre affrontano il nemico per gioco, con espressioni buffe e talvolta comiche, accompagnati dalle parole della didascalia tratte dal linguaggio militare; o più realisticamente li raffigurano mentre simulano la riunione di uno stato maggiore tra i banchi di un’aula scolastica. In Germania anche le bambole prodotte da Käthe Kruse vestono nel 1915 l’uniforme dei soldati e una fortunata serie di cartoline le rappresenta mentre inscenano quadretti di vita militare, contribuendo in questo modo a familiarizzare i bambini con la guerra e, per il pubblico adulto, a banalizzare alcuni aspetti del conflitto.