Villa Manin: vita e storia nella dimora dogale tra Ottocento

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Villa Manin: vita e storia nella dimora dogale tra Ottocento e Novecento

Villa Manin a Passariano di Codroipo è la quinta di scena di un microcosmo in cui piccole storie quotidiane, fasti nobiliari ormai al crepuscolo ed eventi storici tragici si intersecano e ci offrono una visione esemplare della società friulana tra fine Ottocento e Novecento

Grazie all’analisi dei materiali fotografici provenienti dalla Fototeca dei Civici Musei di Udine, dall’Archivio fotografico della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia e grazie anche alla preziosa collaborazione culturale offerta da diversi collezionisti privati (Alessandro Armano, Gino Bidini, Fabrizio Infanti, Ugo Michelotto, Ugo Sambucco) che hanno messo a disposizione le immagini custodite presso le loro abitazioni private, si è potuto ricostruire il mondo che gravitava intorno alla Villa tra la fine dell’Ottocento e i primi tre quarti del Novecento.

Alla documentazione storico artistica a cui sono legate per ovvia corrispondenza d’intenti le immagini provenienti dall’Archivio della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia (Fondi Venezia, Trieste e Udine) si aggiungono le fotografie provenienti dalla Fototeca dei Civici Musei di Udine opera di autori che hanno segnato la storia della fotografia in Friuli Venezia Giulia come Attilio e Giuseppe Brisighelli e Luigi e Carlo Pignat o Silvio Maria Buiatti o ancora Giuseppe Marchetti; così, al racconto delle vicende artistiche a cui la Villa è strettamente connessa, si aggiungono momenti di vita quotidiana, scene di genere, riti di passaggio; anche la Grande Storia contemporanea attraversa la dimora che ha ospitato l’ultimo doge e Napoleone: prima con la visita del re d’Italia Vittorio Emanuele III che sosta a Villa Manin  durante una delle sue visite al fronte e poi, in una sorta di contrappasso, con il passaggio degli imperatori Guglielmo II e Carlo I d’Austria alla testa delle truppe d’occupazione austro-tedesche nei terribili mesi a cavallo tra l’ottobre del 1917 e il novembre del 1918.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, grazie alla lungimiranza di Carlo Someda de Marco, la Villa diverrà un rifugio sicuro per le opere d’arte provenienti dai territori del Friuli Venezia Giulia ricoverate al piano terra e salvate dai frequenti bombardamenti aerei patiti dalle città della Regione.

Alcune immagini scelte sono state utilizzate per la mostra dal titolo “Villa Manin. Il Re, Il Kaiser e le oche. Una storia mai raccontata”, tenutasi a Villa Manin di Passariano tra il dicembre del 2019 e il marzo del 2020.