I disegni di Vittorio Bolaffio dei Musei Provinciali di

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I disegni di Vittorio Bolaffio dei Musei Provinciali di Gorizia

I Musei Provinciali di Gorizia vantano un ricco ed assai interessante corpus di disegni del noto artista goriziano Vittorio Bolaffio (Gorizia 1883-Trieste 1931), che iniziò la sua formazione artistica a Firenze presso lo studio di Fattori (1900-1902), dove fece conoscenza di Amedeo Modigliani. In seguito fu ammesso al Circolo artistico di Trieste, città portuale che subito lo attrasse, tanto che nel 1909 decise di prendere stabilmente in affitto uno studio. Al 1910 risale il suo soggiorno a Parigi, dove ritrovò Modigliani che lo introdusse all’ambiente dell’avanguardia pittorica. Ebbe così modo di conoscere Matisse e l’arte di Cezanne, Van Gogh e Gauguin.

Si dedicò alla ritrattistica, di cui è un bell’esempio il doppio ritratto dei genitori, Amadio e Pia Gentilomo, conservato ai Musei Provinciali goriziani, nel quale emerge la lezione dei postimpressionisti francesi. La sua produzione annovera anche vedute e paesaggi, tra cui uno dei suoi capolavori, La ragazza con cesto e rondini (1925), sempre conservato ai Musei goriziani, e altre tele nelle quali fissò ricordi personali tratti anche dai suoi viaggi in Oriente (1912). Nel primo dopoguerra (1919) si stabilì definitivamente a Trieste, dedicandosi in particolare a ritrarre la vita, il lavoro e l’ambiente del porto, come nell’incompiuto e bellissimo Trittico del porto (1931, Trieste, Museo Revoltella).

Il fondo grafico goriziano annovera poco più di una settantina di fogli che coprono un arco temporale che va dalle prove giovanili databili agli inizi del Novecento fino alla morte. Condotti in matita nera o di grafite, spesso affiancata dalla penna e talvolta da matite colorate, caratterizzati da un ductus calligrafico ed insistito, documentano il processo creativo lento e faticoso che caratterizzava l’elaborazione compositiva del soggetto da parte dell’artista, che fosse un paesaggio rurale, uno scorcio o una veduta ispirata dai suoi ricordi del viaggio in Oriente, oppure l’amato ambiente del porto brulicante di vita, tra il lavoro dei marinai, le partenze e gli arrivi delle navi. Non mancano pure alcuni soggetti intimi, nei quali gli affetti familiari hanno quasi un sapore pascoliano.