Capolavori del Tiepolo in Friuli Venezia Giulia

img

Capolavori del Tiepolo in Friuli Venezia Giulia

Udine può fregiarsi a buon diritto del titolo di Città del Tiepolo, poiché il grande maestro veneziano vi realizzò importanti cicli ad affresco, nei quali si può leggere l’evoluzione della sua arte dalle prime straordinarie prove giovanili a quelle della maturità che vedono al suo fianco il figlio Giandomenico, e numerosi dipinti per chiese e palazzi. 

 

Palazzo Patriarcale

Secondo una ricostruzione ampiamente accettata, Giambattista Tiepolo giunse in città nel 1726, chiamato dal patriarca Dionisio Dolfin ad affrescare gli ambienti del Palazzo Patriarcale, da poco ampliato e ammodernato, nei quali diede forma a un complesso programma iconografico, denso di significati teologici e storico-politici, elaborato dalla dotta cerchia del patriarca.

Il primo intervento del maestro riguardò il soffitto dello Scalone d’onore dove, entro l’apparato decorativo in stucco bianco predisposto da Giovanni Maria Andreoli, dipinse l’illusionistica raffigurazione dell’Arcangelo Michele che scaccia dal Paradiso gli angeli ribelli, circondata da otto raffinate Storie della Genesi a monocromo malva su fondo dorato.

I successivi incarichi riguardarono la decorazione di tre importanti ambienti di rappresentanza del piano nobile del palazzo. Tra 1727 e 1729, in collaborazione con il quadraturista Gerolamo Mengozzi Colonna, Giambattista affrescò il soffitto e le pareti della Galleria degli ospiti con Storie dei patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe, Profetesse a monocromo entro nicchie e il ritratto del committente.

Nel 1729 il maestro realizzò la decorazione a fresco della Sala del Tribunale, con il Giudizio di Salomone al centro del soffitto e i profeti Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele nei riquadri angolari, e diede avvio nella Sala del trono alla serie dei ritratti dei patriarchi, purtroppo ora assai rovinati e ridipinti.

Oltre a queste opere di ampio respiro, nel palazzo si conservano due piccoli tondi su tela con Sant’Antonio da Padova e San Carlo Borromeo, realizzati dal pittore intorno 1732-1733 e inseriti nelle soprapporte della Cappella Palatina, dove è stata collocata anche la coeva pala raffigurante Cristo crocifisso con la Madonna, san Giovanni, la Maddalena e san Biagio, proveniente dalla cappella fatta edificare da Biagio Masolino nel Duomo cittadino.

 

Duomo di Santa Maria Annunziata

I lavori nel Palazzo Patriarcale valsero all’artista una fortuna immediata e duratura in città, attestata dall’incarico per la decorazione della Cappella del Santissimo Sacramento nel duomo di Santa Maria Annunziata, affidato dai governatori dell’omonima confraternita al “celebre Pittor Tiepolo”. In un tempo molto breve, nel giugno del 1726, questi affrescò nel catino absidale gruppi di Angeli in volo sospesi illusionisticamente nello spazio e sulle pareti laterali il Sogno di Abramo e il Sacrificio di Isacco. A questo stesso momento risale verosimilmente anche la piccola pala con la Resurrezione di Cristo posta sull’altare.

Per la stessa chiesa Tiepolo realizzò successivamente altre due opere, commissionate dal patriarca Daniele Dolfin, succeduto allo zio Dionisio morto nel 1734: la pala con i Santi Ermacora e Fortunato (1737) e quella con la Trinità (1738), destinate agli altari delle omonime cappelle della navata destra, dove si trovano tuttora.

 

Oratorio della Purità

A trent’anni di distanza dai cicli affrescati nel Palazzo Patriarcale, Tiepolo, accompagnato dal figlio Giandomenico, fu nuovamente chiamato a Udine da Daniele Dolfin, che gli affidò la decorazione dell’Oratorio della Purità, edificato per volere del patriarca nel 1757 e destinato a ospitare una scuola per l’insegnamento della dottrina cristiana alle fanciulle della parrocchia. Nel breve spazio di un mese, Gianbattista eseguì la pala con l’Immacolata posta sull’unico altare, e la decorazione ad affresco del soffitto, con una luminosa Assunzione della Madonna nella campitura centrale e Glorie di angeli nelle due minori. Il figlio Giandomenico, nel contempo, affrescò sulle pareti laterali otto scene a monocromo su fondo dorato, raffiguranti Episodi biblici ed evangelici ai quali prendono parte giovani e fanciulli, destinatari delle cure spirituali dell’istituzione.

 

Civici musei e gallerie di storia e arte

Tiepolo ricevette altre commissioni per chiese e palazzi di Udine. Alcune opere sono andate disperse oppure sono ora conservate altrove, ma altre sono fortunatamente custodite nel Museo civico cittadino, dove possono ancora essere ammirate benché al di fuori del loro contesto originario.

È il caso delle due tele con L’Angelo custode e San Francesco Di Sales, provenienti dalla distrutta Chiesa dei filippini intitolata a Santa Maria Maddalena, per la quale furono commissionate, ancora una volta, dal patriarca Daniele Dolfin.

Dal soffitto del Salone centrale di Palazzo Caiselli arriva invece l’Allegoria della Virtù e della Nobiltà che trionfano sull'Ignoranza, eseguita intorno al 1740-1743.

Assai significativa è, infine, la tela raffigurante il Consilium in arena, dipinta verosimilmente da Tiepolo in collaborazione con il figlio Giandomenico, che ricorda la seduta in cui il suo committente, il conte Antonio di Montegnacco, nel 1748 ottenne il riconoscimento del diritto della nobiltà friulana ad essere iscritta all’Ordine di Malta.

 

Video: Udine .... "Città del Tiepolo"

 

Per approfondire:

  • W.L. BARCHAM, Patriarchy and politics. Tiepolo's Galleria Patriarcale in Udine revisited, Venezia 1984.
  • A. RIZZI, I Tiepolo a Udine, Milano 1996.
  • La Galleria d'arte antica dei Civici Musei di Udine. Dipinti dalla metà del XVII al XVIII secolo, a cura di G. BERGAMINI, T. RIBEZZI, Venezia 2003.
  • G. BERGAMINI, D. NOBILE, Oratorio della Purità della Beata Vergine Maria, Udine 2010.
  • Il giovane Tiepolo. La scoperta della luce, catalogo della mostra (Udine, Castello, Salone del Parlamento, 4 giugno - 4 dicembre 2011) a cura di G. PAVANELLO, V. GRANSINIGH, Udine 2011.
  • G. BERGAMINI, L. MARIONI BROS, Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo. Guida breve, Udine 2012.