Francesco Caucig (1755-1828): dipinti e disegni nei musei

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Francesco Caucig (1755-1828): dipinti e disegni nei musei di Gorizia

Protetto della famiglia Cobenzl, Francesco Caucig aveva lasciato ventenne Gorizia per Vienna, dove aveva compiuto gli studi accademici, completati con ripetuti soggiorni di studio in Italia, fra i quali fondamentali furono quelli a Bologna, dal 1779, all’Accademia Clementina, e a Roma, fra il 1781 e il 1787, dove l’opportunità di incontrare, fra gli altri, Antonio Canova, con cui mantenne contatti epistolari documentati fino al 1812, si rivelerà di grande importanza nella sua formazione, quanto lo studio dei maestri del Rinascimento e l’esperienza della pittura francese contemporanea.

Esponente fra i migliori del Neoclassicismo in area mitteleuropea, già professore per la pittura di storia e direttore della Scuola speciale di pittura e scultura dell’Accademia di Belle Arti di Vienna, e ancora, supervisore del Dipartimento di pittura della Manifattura viennese di porcellane, il maestro si firmerà sempre «Francesco Caucig Goriziano», a riprova di un sentimento per la sua città e le proprie origini eternato finanche nel suo epitaffio: “fr. caucig pictor egregius goricius”.

Quando, nel 1958, il conte Guglielmo Coronini Cronberg (1905-1990) iniziava le trattative per ottenere un nucleo di disegni di Caucig fra i quasi duemila autografi che si conservavano nelle raccolte dell’Accademia di Belle Arti di Vienna, a Gorizia del maestro restavano, fra le opere meglio accertate, un disegno giovanile e tre studi accademici, conservati presso i Musei Provinciali. Il primo, un Ritratto di Costanza Egger, disegnato credibilmente da Caucig prima della partenza per il suo apprendistato all’Accademia di Vienna (1775), era stato donato dalla Biblioteca Statale Isontina nel 1924; gli altri, con oggetti antichi – verosimilmente copiati da repertori di modelli dal pittore ormai affermato – erano un dono del conte Nicolò di Strassoldo-Grafenberg.

L’intenzione che muoveva il conte Coronini al recupero di testimonianze della produzione grafica di Caucig era legata tanto alla città quanto alla sua famiglia. Questa infatti, alla morte di Giovanni Filippo Cobenzl (Lubiana, 1741-Vienna, 1810), principale mecenate di Francesco Caucig fin dalla giovinezza, era divenuta erede universale delle sostanze dei Cobenzl, e con esse, quantomeno, dei dipinti commissionati a Caucig per la cappella privata dello Schloss Cobenzl a Reisenberg (Vienna), due dei quali – i soli conservati nella sua città natale, la Visitazione di Maria a Elisabetta e la Fuga in Egitto, già nel palazzo goriziano dei Coronini – parevano perduti nella Grande Guerra (1914-1918). 

L’Accademia di Belle Arti di Vienna accolse l’istanza del conte nel 1960, quando una trentina di disegni furono acquisiti infine al patrimonio di famiglia. La scelta, frutto di sopralluoghi preliminari, era caduta su una selezione in cui spiccano alcuni studi accademici di nudo, a gesso nero con rialzi a biacca, databili verso il 1781, e una serie di vedute delle vestigia di Roma, a matita, penna e inchiostro acquerellato, in cui Caucig fa comparire talvolta i compagni di studi, fra cui era Felice Giani: figure chinate sui propri taccuini, intente, come lui, a disegnare dal vero le maestose rovine dell’Urbe, come nella veduta delle Terme di Caracalla (1781-1787). 

Tra i fogli più maturi, nella stessa tecnica, è un nucleo di disegni di composizione, di soggetto storico e mitologico, di cui nove di grande formato con storie e favole antiche, dove, nella temperie culturale alimentata dal dettato di Winckelmann, negli anni a cavaliere fra i due secoli, confluiscono compiutamente lo studio del mondo classico, l’esempio dei grandi maestri, a partire da Raffaello, e la conoscenza dei contemporanei, come Jacques-Louis David. 

Della collezione fanno parte ancora tre fogli, dei quattro complessivi, con Figure danzanti, a matita, penna e inchiostro acquerellato, che gli studi tendono a identificare con le personificazioni delle Ore e a mettere in relazione con l’attività di supervisore per la decorazione pittorica delle porcellane della Manifattura imperiale di Vienna svolta da Caucig a partire dal 1808. 

Poco prima di intraprendere l’acquisizione di questo piccolo fondo, Guglielmo Coronini aveva tentato il recupero dell’Assunzione della Vergine, uno dei dipinti già a Reisenberg, conservato a Cronberg, e ricoverato a Velenje durante il primo conflitto mondiale, affidandone il restauro a Renzo Perco nel 1957. Ai frammenti allora salvati, fra quelli rimasti in famiglia – l’Assunta e un Angelo in volo – si è aggiunta la Visitazione di Maria a Elisabetta, ritrovata sul mercato antiquario nel 2021: un recupero di straordinario valore per il racconto della storia di Caucig nella sua città natale, avviato anni or sono e ancora in divenire.

 

Per approfondire:

  • M. Malni Pascoletti, Caucig Francesco (1755-1828), pittore, in Nuovo Liruti. Dizionario Biografico dei Friulani, III/1. L’età contemporanea, a cura di C. Scalon, C. Griggio, G. Bergamini, Udine 2011, pp. 813-821
  • I Cobenzl. Una famiglia europea tra politica, arte e diplomazia (1508-1823), a cura di F. Vidic, A. Stasi, Roma 2022
  • Francesco Caucig goriziano (1755-1828). L’uomo, l’artista, il testimone di un’epoca, catalogo della mostra (Gorizia, Fondazione Palazzo Coronini Cronberg, 2 giugno 2023-24 marzo 2024) a cura di C. Bragaglia Venuti, M. Malni Pascoletti, Udine 2023